Dopo l’incresciosa vicenda capitata all’ex giocatrice del Volley Pordenone, è tornato all’attenzione del mondo sportivo il tema della maternità
Sui campi volley maschile e femminile, si sono presentati tutti i giocatori col pancione, ovvero con il pallone infilato sotto la maglietta. E nello specifico a Rimini – per la finale di Coppa Italia di A-2 femminile tra Macerata e Mondovì – e sui campi maschili a Reggio Emilia, prima della sfida col Siena, infine a Santa Croce sull’Arno, in provincia di Pisa, nella partita con l’Ortona.
Con tale gesto di protesta, gli atleti hanno voluto denunciare la discriminazione subita dalla collega Lara Lugli, ovvero la rescissione del contratto in seguito al suo stato di gravidanza. Episodio questo non isolato, purtroppo, nel mondo sportivo professionistico.
Di fronte al bellissimo gesto, Lara Lugli ha dichiarato:
È stato un gesto di solidarietà bellissimo quello dei giocatori di A1 e A2, era a sostegno di tutte le donne che soffrono questa particolare situazione di disagio […] non è un caso isolato che riguarda solo me ma tante donne che si sono sentite usurpate dei loro diritti più basilari.
La vicenda, tra l’altro, è finita persino sulle pagine del New York Times e la sua eco continua a farsi sentire nello sport.