Diego Armando Maradona è morto oggi, 25 novembre, nella sua abitazione di Tigre, alla periferia di Buenos Aires, a causa di un arresto cardiocircolatorio. Il campione di calcio argentino, il 30 ottobre scorso, aveva compiuto 60 anni. Il 4 novembre aveva subito un intervento alla testa per un edema che sembrava aver avuto un decorso positivo.
Dalla periferia polverosa di Buenos Aires ai vicoli di Napoli. L’epopea sportiva di Maradona, salito sul tetto del mondo con la sua nazionale nel 1986, è la storia del calcio. È storia il suo gol segnato contro l’Inghilterra con uno slalom memorabile tra gli avversari, arrivato dopo la rete con un pugno ribattezzata la “Mano de Dios”.
Fanno parte della storia anche i suoi trionfi a Napoli, dove conquista due scudetti, nel 1987 e nel 1990, e una Coppa Uefa. I suoi gol, figli di una tecnica sopraffina e di un piede sinistro senza eguali, sono un patrimonio per generazioni di sportivi. Le sue giocate sono l’espressione più alta del calcio, quella che coniuga l’estro con l’agilità, il guizzo decisivo con una straordinaria visione di gioco.
Buon viaggio D10S, ..se quando muore un calciatore importante a volte si ritira la maglia ora che sei morto tu bisognerebbe ritirare il pallone…